Deborah Marangoni ci racconta il dramma e la speranza di un figlio che non arriva

Deborah Marangoni ci racconta il dramma e la speranza di un figlio che non arriva

Debora quando hai capito di aver problemi d’infertilità?

Avevo 30 anni e dopo un anno di rapporti mirati ad ottenere una gravidanza,io e mio marito abbiamo deciso di sottoporci agli esami di routine per capire se vi fossero problemi.

Cosa emerse dagli accertamenti?

Scoprimmo che avere un figlio naturalmente sarebbe stato impossibile, io avevo l’endometriosi e mio marito un’azoospermia lieve, io dovetti sottopormi ad un intervento chirurgico e lui a varie terapie per migliorare la sua situazione.

Riusciste ad ottenere dei risultati successivamente?

No, purtroppo il mio compagno nonostante le cure invece di migliorare peggiorò in modo irreversibile da un’azoospemia lieve divenne grave tramutatosi successivamente in un ledingioma benigno che lo costrinse ad un intervento chirurgico, l’unica strada che rimaneva da percorrere era la fecondazione in vitro.

Come avete vissuto questa notizia?

Siamo stati sempre molto uniti, ma non nego che per una coppia giovane ed innamorata scoprire che la cosa più naturale del mondo si stava trasformando in un’impresa quasi irrealizzabile è stata una prova durissima da superare e purtroppo lo è tutt’ora.

Avete avuto qualche sostegno durante questo percorso?

La mia famiglia mi è stata molto vicina,ma non è bastato per non farci sentire comunque soli. Parlare di un problema come l’infertilità anche oggi nel 2012, per una questione culturale e sociale significa sentirsi diversi, l’aspetto psicologico di chi vive questo problema viene sottovalutato, quando invece oggi per il mio vissuto ritengo sia un aspetto fondamentale.

Sostegno psicologico per lei, per suo marito o per la coppia?

Ognuno di noi vive il dolore a modo proprio, c’è chi riesce a manifestarlo e chi invece lo reprime per paura di mostrarsi debole, fragile o semplicemente per vergogna.
Tra di noi i momenti di cedimento sono stati tanti, come tanti sono stati i sensi di colpa, non ci si accusa apertamente, ma in qualche modo la ricerca disperata di una qualche risposta al perchè il tuo desiderio più grande non si realizzi è già una colpa grande da scontare o con cui convivere ogni giorno.
Passi da momenti di euforia a momenti in cui ti sembra di non aver più lacrime per piangere.
Una donna, un uomo, una coppia che vive l’infertilità dovrebbe essere aiutata ad affrontare il lutto di un figlio che fatica ad arrivare, che si perde, ma soprattutto che potrebbe non arrivare mai. A noi sarebbe servito ad affrontare meglio tutto ciò che ci è successo.

Lei in questo momento come si sente?

Mi sento come un vaso rotto, cerco di rimettere ogni coccio al suo posto sperando che esternamente non si vedano troppo le spaccature, ma sono consapevole che negli ultimi sette anni qualche pezzetto si è perso e quel vaso non sarà più quello di prima.

Parliamo del suo percorso nelle strutture di PMA, se la sente?

Certo, ho provato ad effettuare due fecondazioni in vitro in Italia, ma senza aver alcun esito positivo.
Così navigando su internet e dopo qualche ricerca con mio marito abbiamo deciso di scegliere una struttura di Procreazione Medicalmente assistita in Austria. Abbiamo fatto parecchie rinunce, i costi erano alti,ma ci sembrava di aver trovato finalmente una speranza, un punto di riferimento.
Arriva il primo successo, o meglio così pensavo. La prima Icsi, e sono incinta, non so descrivere le sensazioni che ho provato, ma so per certo che quella felicità, pura, incosciente, libera non la proverò mai più. Si, perchè dopo anni di sofferenze un test positivo ti regala un emozione tale che niente e nessuno potrebbe rovinare quel momento.
Tu fai progetti, vivi ogni momento programmando il giorno in cui il tuo bambino nascerà, finchè inspiegabilmente quella creatura dentro di te smette di vivere, è la nona settimana,e in quel momento insieme al suo piccolo battito è come se si fermasse anche il tuo.
Passi intere giornate chiuse in uno straziante dolore, ti toglie il fiato, ma soprattutto la speranza che prima o poi cesserà, così dopo l’interruzione di gravidanza tramite “raschiamento” attendi che qualcuno ti spieghi cos’è successo. Ricordo ancora il medico: signora un primo aborto spontaneo accade anche nelle gravidanze naturali, il fatto che lei sia rimasta incinta è un dato assolutamente positivo. Recuperiamo le forze e con quella frase rassicurante ricominciamo il nostro cammino…. Ancora una volta test positivo, l’entusiasmo c’è, ma la paura è tanta e si dimostra motivata quando all’ottava settimana il nostro sogno s’infrange di nuovo.
È successo ben quattro volte, l’ultima l’anno scorso nel 2011, noi ci siamo affidati a medici che senza il minimo scrupolo, senza approfondire le cause dei miei aborti plurimi,si sono approfittati delle nostre debolezze al sol intento di spillarci dei soldi. Ci dicevano è tutto a posto è solo sfortuna! Le nostre vite sono state spezzate, ma la cosa più dolorosa è la percezione che sull’infertilità si speculi senza ritegno, senza pensare ai sentimenti delle persone.
Non avere una gravidanza è già pesantissimo da accettare, ma ottenerla, sentire crescere un bambino per giorni dentro di te e vivere ogni giorno come fosse l’ultimo è qualcosa di inimmaginabile che forse senza l’amore di mio marito non sarei riuscita ad affrontare.

Lei è consapevole che potrebbe accadere di nuovo? Che cosa si aspetta dal team di supporto di Cristina Bernardi?

Sarei bugiarda a dire che non ho aspettative,anzi, sarei pazza a pensare di rivivere per l’ennesima volta un simile calvario se in cuor mio non pensassi, sperassi che questi medici cercheranno di prevenire, capire, risolvere il mio problema e che magari la mia tenacia verrà premiata. Ho conosciuto tutta l’equipe dell’associazione e tutti sono motivati dalla stessa passione, la ricerca e la cura per chi come noi combatte per poter realizzare il progetto della famiglia: i figli. Stiamo lavorando insieme, ogni dato del mio percorso viene analizzato,studiato, mi sono vista più volte con loro e il Dott. Vidali da N. York sta valutando una terapia per agire sul mio sistema immunologico e anche per mio marito stanno cercando il percorso più idoneo da seguire vista la situazione delicata. Niente sarà lasciato al caso, non questa volta.

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Written by
cristina

cristina

Consulente per la fertilità

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