Presentazione del Tavolo consultivo per la tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilita istituito presso il Ministero della salute
Il Censis ha presentato la ricerca “Diventare genitori oggi” (leggi qui la sintesi della ricerca del Censis).
Questi i principali risultati:
- l’esperienza della genitorialità appare centrale nel vissuto degli italiani, sia sotto il profilo culturale che esistenziale: coinvolge la stragrande maggioranza del campione ed è definita principalmente come un aspetto cruciale della realizzazione individuale;
- una significativa quota di italiani tende ad ammettere la possibilità di avere figli anche al di fuori dello schema classico della coppia eterosessuale tradizionale in particolare, è quasi la metà del campione (il 46,3%) ad affermare la legittimità di questa opportunità per i single ed il 29,2% per le coppie omosessuali;
- diffusa consapevolezza dell’esistenza di un problema di fertilità nel Paese. L’87,7% degli intervistati afferma che oggi in Italia si fanno pochi figli, anche in questo caso in linea con i dati ufficiali che segnalano l’ulteriore drastica caduta della natalità nel 2013. Il fenomeno viene spiegato essenzialmente da motivazioni di tipo economico tra cui prevale il peso della crisi economica attuale, che per circa la metà degli intervistati è tra le principali cause della scarsa propensione ad avere figli. Il 60,7% del campione ritiene che se migliorassero gli interventi pubblici, in grado di aiutare i genitori su vari fronti (attraverso sussidi, disponibilità di asili nido, sgravi fiscali, borse di studio, orari di lavoro più flessibili, possibilità di permessi per le esigenze dei figli, ecc.), le coppie sarebbero più propense ad avere figli. E di questo ruolo sono particolarmente convinti gli intervistati dai 35 ai 49 anni che con ogni probabilità sono quelli che in misura maggiore si trovano a confrontarsi con la scelta o le responsabilità della genitorialità;
- l’informazione sul tema dell’infertilità appare insufficiente: il 45,1% degli italiani intervistati ammette di saperne poco e se si considera anche il 15,0% che afferma di non essere per nulla informato, si arriva ad una maggioranza del 60% di poco o per nulla informati sulla infertilità, quota che anche tra i laureati si attesta sulla metà del campione;
- il livello di informazione sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) è molto basso: solo l’11,4% del campione afferma di sapere che in Italia c’è una legge (la legge 40/2004) che regolamenta le pratiche di procreazione medicalmente assistita, e la conoscenza sui contenuti della legge, le procedure consentite e non, sono molto incerte. Fra coloro che dichiarano di essere a conoscenza della PMA, il vero discrimine nelle opinioni non sta tanto nell’opzione tra inseminazione in vivo e fecondazione in vitro (rispettivamente i favorevoli alla omologa in vivo sono l’84,6% ed alla omologa in vitro sono il 72,9%) ma tra inseminazione/fecondazione omologa o eterologa. Su quest’ultima si dichiara d’accordo, senza rilevanti differenze tra l’inseminazione in vivo e la fecondazione in provetta, una quota molto più ridotta di intervistati, pari a circa il 40% .
Con un comunicato, il Ministero della salute ha contemporaneamento annunciato la creazione di un Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità. Gli esperti, chiamati a farne parte, stileranno un documento che, secondo il Ministro, sarà la base per l’elaborazione di un piano nazionale sulla fertilità.
Fonte: Servizio Studi della Camera dei deputati